VAIOLO DELLE SCIMMIE
Che cos’è il vaiolo delle scimmie o monkeypox (MPOX)?
È una malattia causata dall’Orthopoxvirus monkeypox, ossia un virus appartenente alla stessa famiglia del virus del vaiolo.
Il nome precedente “vaiolo delle scimmie” utilizzato fino al 2022, deriva dalla prima identificazione del virus, scoperto nelle scimmie. L’uomo ha contratto tale malattia attraverso il contatto con gli animali infetti.
Esistono due cladi geneticamente distinti dell’Mpox: il clade I (a sua volta distinguibile nei due sub-clade Ia e Ib) e il clade II (distinguibile nei due sub-clade IIa e IIb).
Il clade I è clinicamente più severo, a maggiore trasmissibilità interumana e a maggiore letalità.
La prima epidemia umana di Mpox Clade IIb si è registrata nel 2022 e si è conclusa nel maggio 2023. Tale epidemia ha coinvolto una serie di Paesi al di fuori della Regione Africana, in cui non era mai stata documentata la trasmissione di Mpox e in cui il virus si è diffuso rapidamente prevalentemente attraverso il contatto sessuale.
Dalla fine del 2023 è in corso un’altra importante epidemia di Mpox clade Ib, che sta interessando Paesi africani, in passato mai interessati da tale malattia.Quali sono i segni e sintomi?
Dopo un’incubazione tra 5 e 21 giorni, la malattia nell’uomo si presenta con febbre, dolori muscolari, mal di schiena, mal di testa, stanchezza e linfoadenopatia (ingrossamento dei linfonodi), caratteristica distintiva del vaiolo delle scimmie rispetto ad altre malattie. Successivamente appare un’eruzione cutanea, dapprima sul viso e poi si diffonde ad altre parti del corpo, soprattutto alle estremità (inclusi i palmi delle mani e la pianta dei piedi). Possono essere coinvolte anche le mucose orali i genitali le congiuntive. Il coinvolgimento oculare può portare a ulcere corneali e cecità. Sono stati anche descritti casi subclinici/asintomatici.
L’eruzione cutanea generalmente evolve in sequenza da macule (lesioni con una base piatta) a papule (lesioni solide leggermente rialzate), vescicole (lesioni piene di liquido trasparente), pustole (lesioni piene di liquido giallastro) e croste che si seccano e cadono.
L’Mpox è solitamente una malattia autolimitante e in genere dura da 2 a 4 settimane. Alcune persone possono sviluppare una malattia più grave e necessitare di ricovero ospedaliero. Le persone a più alto rischio includono i bambini, le donne in gravidanza e le persone con compromissione del sistema immunitario inclusa l’infezione da HIV.
La prognosi della malattia dipende da molteplici fattori, inclusi lo stato di pregressa vaccinazione, lo stato di salute iniziale della persona e la presenza di malattie concomitanti.Come si trasmette nell’uomo?
Il virus si trasmette da persona a persona tramite:
- il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti…);
- il contatto prolungato faccia a faccia (attraverso droplets respiratori);
- i rapporti sessuali.
Quali indicazioni devono seguire il caso e il suo contatto?
Di seguito le principali indicazioni che devono essere seguite:
- Caso sospetto: deve rimanere precauzionalmente in isolamento fino alla ricezione dell’esito dei test effettuati.
- Caso confermato: deve rimane in isolamento fino all’avvenuta guarigione stabilita da uno specialista.
Il contatto del soggetto invece: deve effettuare un auto-monitoraggio per 21 giorni, per verificare l’eventuale insorgenza di sintomi. In tal caso si invita a contattare tempestivamente il proprio medico curante. I soggetti in auto-monitoraggio, anche asintomatici, non possono donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma.
Cosa fare alla comparsa dei primi sintomi?
Alla presenza di sintomi sospetti rivolgersi al medico curante che valuterà come procedere (visita ambulatoriale specialistica infettivologica o dermatologica oppure invio in Pronto Soccorso).
Quali sono le raccomandazioni da seguire?
- Lavarsi bene le mani con acqua e sapone dopo ogni contatto con una persona o un animale affetto da Mpox. Se non sono disponibili acqua e sapone, utilizzare un disinfettante per le mani a base alcolica.
- Evitare il contatto ravvicinato con chiunque abbia sintomi compatibili.
- Evitare di maneggiare e condividere oggetti personali (stoviglie, vestiti, dispositivi elettronici, biancheria da letto, asciugamani, ecc)
- Praticare l’igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, gettare i fazzoletti dopo l’uso e lavarsi le mani).
- Utilizzare il preservativo in caso di rapporti sessuali con persone di cui non si conosce lo stato di salute; sebbene il preservativo non fornisca una protezione completa contro l'infezione da Mpox (in quanto il virus può essere trasmesso attraverso il contatto diretto di altre aree del corpo), può ridurne la trasmissione attraverso lo sperma.
- Astenersi da contatti sessuali o di altro tipo con individui con infezione da Mpox possibile o nota e con persone con lesioni visibili o altri sintomi compatibili con Mpox.
- Evitare contatti con animali selvatici.
- In caso di viaggio in zone endemiche o partecipazione ad eventi di massa, evitare i contatti con persone di cui non si conosce lo stato di salute e consultare il proprio medico curante prima di partire per valutare l’opportunità e l’idoneità alla vaccinazione contro il vaiolo.
- Per coloro che tornano da viaggi in zone endemiche, in caso di sintomi compatibili con Mpox, effettuare quanto prima gli approfondimenti diagnostici.
Sono disponibili vaccini? Si, in Italia sono attualmente disponibili dei vaccini per monkeypox. La vaccinazione come profilassi pre-esposizione è offerta alle seguenti categorie:
- Personale sanitario e di laboratorio a rischio di esposizione diretta o tramite pazienti a MPXV
- Persone che si debbano recare nei paesi interessati da focolai Mpox con possibile contatto stretto con popolazione colpita e/o in caso di lungo soggiorno nelle aree in cui circola MPXV
- Persone con comportamenti sessuali a rischio (partner multipli o anonimi, sex workers, partecipanti ad attività sessuali di gruppo o in associazione a droghe chimiche (chemsex)
- Persone con almeno una diagnosi di infezione sessualmente trasmessa negli ultimi 6 mesi
La vaccinazione come profilassi post-esposizione, invece, è offerta a tutte le persone con esposizione nota o presunta a MPXV entro 14 giorni, idealmente entro 4. Oltre i 14 giorni viene effettuata una valutazione caso per caso. Eventuali ulteriori indicazioni saranno fornite sulla base dell’evoluzione epidemiologica.
Approfondimenti:
Responsabile della pubblicazione: Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria
Ultimo aggiornamento: 25/04/2025